E Beppe Grillo trasmigrò nell’Altrove
Dopo il comico, dopo il politico, ecco il religioso. Beppe Grillo ha lanciato su Amazon un libro manifesto, una bibbia alla spina, per la sua Chiesa dell’Altrove. Ha annunciato che la prima cattedrale dell’Altrove sarà realizzata davanti all’albero di nespolo del giardino dell’Elevato, sulla collina vista mare di Sant’Ilario a Genova. In realtà ogni Chiesa è fondata sull’Altrove, cioè sull’Altro Regno, l’Aldilà o l’Altra Realtà, quella invisibile, metafisica. A darne una lettura politica, la Chiesa dell’Altrove collima col benaltrismo, in auge soprattutto a sinistra: la verità è sempre altrove, i problemi veri sono sempre altri, le cose stanno sempre in altro modo. Se le cose si complicano, buttare il pallone in tribuna.
Ma sentiamo cosa dice Grillo. Partendo dalla constatazione che “l’uomo è irrilevante”, la religione dell’Altrove non offre certezze assolute e definitive ma si limita “a porre domande senza pretendere di avere risposte”. La missione dell’Altrove si fonda dunque sulla “negazione del dogmatismo”; anzi «il pensiero libero e puro inizia dalla rimozione dei Pensieri Unici», battaglia sacrosanta se non fosse un po’ stridente e buffo l’uso plurale del Pensiero Unico: se ci sono più pensieri unici evidentemente non siamo in presenza di un Pensiero Unico, ma di un Pensiero Vario, nel complesso, anche se poi ciascuna setta coltiva i suoi dogmi. Poi c’è la solita invettiva contro generiche categorie di malfattori: «avidi ostentati e volgari », «bugiardi furbi e traditori», «poveri miserabili e vili», «presuntuosi sbruffoni e arroganti», «invidiosi adulatori e opportunisti», «noiosi, micragnosi e moralisti». E qui il meta-grillismo è la variante messianica del vecchio grillismo sfanculante urbi et orbi. Un vaffa al mondo per rifugiarsi nell’Altrove.
Più interessante, anche se non originale, è la sua invettiva contro il superfluo, l’anticonsumismo con un ritorno alla decrescita felice di Serge Latouche ( e vissero felici e decrescenti). E la critica all’individualismo sfrenato che ammorba l’Occidente, che ha spostato il centro da Dio all’Io generando “caricature patetiche e grottesche” (tra cui questa di Grillo). Il guru ligure diffonde poi la sua “ottuplice via” simil-buddhista, ovvero fornisce otto regole rituali della Chiesa dell’Altrove: purificarsi dai veleni, bendandosi, rompendo lo specchio, abbattendo totem. Poi i riti di gratitudine, curiosità e rispetto per l’Altro, fino al passaggio del testimone, o staffetta. Infine due rituali, ahi ahi, di “resilienza al Male”: accettare di essere lapidati, cioè incompresi e odiati, ma con la prospettiva della “resurrezione”, ovvero rialzarsi e riprendere il cammino.
Nella Chiesa dell’Altrove è previsto l’uso di esorcismi, il rilascio di un patentino per frequentare la Chiesa e l’uso di una tecno-simbologia che oscilla tra gli spinotti che formano la corona dell’Elevato, per testimoniare le sue connessioni; e il simbolo ittico, il pesce, in segno di continuità col primo cristianesimo. La bibbietta grillina è illustrata da pesci e altre creature marine dell’artista Marco Callisto. La Chiesa sarà pure altrove, ma resta profondamente ligure.
Che ve ne sembra? Una specie di spremuta creativa di riti, simboli e religioni del passato, poi versata nella centrifuga del cazzeggio spirituale-spiritoso. Un fritto mistico faidate. Beppe Grillo usa la Chiesa dell’Altrove per vagheggiare un’alternativa da asporto che può essere politica, spirituale, extraterrestre, deliveroo o anche altro. Può avere uno sbocco mistico o comico, farsi chiesa, rivoluzione, consegna a domicilio o cabaret; una specie di parodia delle altrui religioni, come del resto il primo movimento grillino era una parodia della politica. C’era sin dalle origini del suo movimento fondato con la Casaleggio & Associati quello spirito settario, iniziatico, esoterico che costeggiava la new age e le associazioni terrapiattiste. Un’evoluzione hi-tech delle madonne piangenti, dei dischi volanti e dei santoni piazzisti che furoreggiano nelle tv e nel web. Nei suoi primi passi, noi definimmo la setta di Casaleggio & Grillo come Grillology, perché ricordava un po’ Scientology. La Chiesa dell’Altrove sembra l’approdo coerente a quella doppiezza messianica e satirica, fra il divino e la supercazzola, che rispecchia l’ambiguità genetica di Grillo, profeta e guitto, savonarola e saltimbanco.
Per altri versi Grillo si è trovato un alibi di fede per sparire e insieme per essere presente. Il significato letterale di Alibi è appunto Altrove, come la sua Chiesa. E’ l’alibi per il tradimento e il traviamento del Movimento Cinque Stelle, la brutta fine che hanno fatto i suoi leader “storici”, tutti spariti, con l’eredità finita nelle mani del surrogato versipelle del grillismo, il noto contorsionista professor, avvocato Peppino Conte. E’ la parabola di un movimento antisistema diventato partito di mezza sinistra dopo aver detenuto il potere a prezzo di ogni compromesso (con la Lega, col Pd, con Draghi, con Mattarella, coi poteri forti, interni e internazionali). Ora i 5Stelle si sono concentrati a rappresentare il nuovo voto clientelare del sud (grazie al reddito di cittadinanza). A loro attenuante ci sono da osservare due cose: quanto a trasformismo e deviazioni anche gli altri partiti in campo non scherzano. E in politica estera i 5Stelle hanno imbroccato una posizione redditizia sulla guerra in Ucraina perché mezzo paese respinge l’interventismo e a rappresentarlo, bene o male, ci sono solo loro. Scelta furba di target, va dato atto, comunque azzeccata; ma col sottinteso che se Conte fosse stato al governo, pur di restarci, avrebbe seguito, eccome!, la linea imposta da Biden e sposata dall’Unione Europea, armi in pugno.
A proposito: Conte aderirà alla Chiesa dell’Altrove o resterà devoto a Padre Pio, che è in fondo la sua unica, ammirevole fedeltà della vita? Mistero della fede.
La Verità – 14 aprile 2023