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Il declino italiano cominciò con le Regioni

Cinquant’anni fa cominciava ufficialmente il Declino Italiano. Era di maggio e il 16 di questo mese nascevano le Regioni, con cui si faceva irreversibile la decadenza del Paese. Dico ufficiale, perché la società italiana era esplosa con la crisi del ’68 che attaccò la famiglia, la scuola, l’università, i linguaggi e i costumi, i rapporti [&hellip

Il nemico principale della sinistra

Ma chi è il nemico principale della sinistra? Voi direte Salvini o il centauro Salvini-Meloni. Ma vi sbagliate. E andando a ritroso avreste risposto Berlusconi, o prima ancora Craxi, Fanfani o Almirante. O al tempo dell’anticapitalismo, i “padroni”. Ma anche in quei casi sareste stati approssimativi, avendo ragione sul piano superficiale e contingente. Il vero [&hellip

Droga, madre di tutti i crimini, figlia del sistema

Cos’hanno in comune il padre, la madre che uccide il suo neonato o il figlio, il nipote che uccide la nonna o sua madre, l’ultra ucciso e la violenza negli stadi, il ragazzo che accoltella il carabiniere, il clan di ragazzini che provoca una strage in discoteca, il terrorista che ammazza la gente come capita, [&hellip

Siamo ancora fermi al ’68

Femministe sul piede di guerra, dichiarazioni d’odio e disprezzo verso le famiglie anzi verso Dio, patria e famiglia, campagne d’odio contro carabinieri e poliziotti, lotte per l’aborto, il sesso libero e la droga legalizzata, rivolte planetarie contro i potenti della terra, contro il modello di sviluppo e scoperta dell’ecologia e dell’ambiente devastato, campagne contro le [&hellip

Che fine ha fatto la borghesia?

C’era una volta la borghesia. Era la vecchia mamma o zia del popolo italiano, quella classe di mezzo, rispettabile e spesso oltraggiata, rappresentata dalle professioni libere, i dipendenti statali, i quadri intermedi delle imprese, i commercianti, gli artigiani di livello. Era la classe principale dei lettori di quotidiani, quei 5 milioni e mezzo d’italiani che [&hellip

Non c’è posto per i meritevoli

Ma dove sono finiti “i capaci e i meritevoli”? Di loro c’era traccia perfino nella Costituzione, ma non li vedo più, da nessuna parte. Nelle nomine, nelle assunzioni, nella vita pubblica, nella manovra economica, nei programmi di governo e di opposizione, perfino nei premi e nei criteri di giudizio. Leggo i beneficiari della Manovra del [&hellip

Tre frutti del ’68

1) Il femminismo L’emancipazione femminile promossa dal ’68 ha prodotto innegabili frutti e ha riconosciuto diritti importanti alle donne; ma con la stessa onestà si deve riconoscere che tutto questo è avvenuto a scapito della maternità, della coesione famigliare, della serenità e dell’equilibrio sociale fondato sulla diversità dei ruoli. Grandi conquiste, gravi perdite. E nuove [&hellip

La post-verità nacque nel ’68

Nel diluvio di celebrazioni che si sono aperte sul ’68 in occasione del cinquantenario, è possibile una lettura irriverente? Viviamo tra le rovine del ’68. Tante e confuse furono le sue eredità, pesanti quanto ineffabili, ma tra tutte prevale una: si persero i confini tra il vero e il falso, tra il fatto e la [&hellip

I dieci danni che ci lasciò il ’68

Sono passati cinquant’anni dal ’68 ma gli effetti di quella nube tossica così mitizzata si vedono ancora. Li riassumo in dieci eredità che sono poi il referto del nostro oggi. 1) Sfascista Per cominciare, il ’68 lasciò una formidabile carica distruttiva: l’ebbrezza  di demolire o cupio dissolvi, il pensiero negativo, il desiderio di decostruire, il Gran [&hellip

Un ’68 da rovesciare

Il Sessantotto è una parola che racchiude storie diverse e significati divergenti, ma designa alla fine un cambio di mentalità. Il ’68 fallì come rivoluzione politica ed economica perché gli assetti di potere e il sistema capitalistico restarono saldamente in sella, in Italia e nel mondo, nonostante la contestazione globale. Ma il ’68 riuscì nel [&hellip

Quando finì l’era delle mutande bianche (III puntata)

Ma cosa fu, cosa lasciò il ’68 fuori dalla politica e dalle ideologie? Un paio di slip. Fu una rivoluzione di costume, nel senso letterale della parola: i jeans e la minigonna, i capelli lunghi e il vestiario trasandato o casual. Ma quand’è che la vita perse la sua innocenza, vera o presunta, a che tempo [&hellip

Chi si ribellò al ’68 (II puntata)

Si sprecano le storie e le mitologie del ’68 ma chi racconta il mondo che si oppose all’onda sessantottarda? Davanti alla Contestazione, i moderati, molti democristiani e laici, preferirono ripararsi sotto coperta. Fecero come gli struzzi, misero la testa nella sabbia per non vedere, non rischiare e non pronunciarsi. Ma una maggioranza silenziosa e dissidente [&hellip

Il ’68, quell’anno che pesa ancora (I puntata)

Bilancio ed eredità del Sessantotto: viaggio in 4 puntate Cinquant’anni fa, di questi tempi, prendeva corpo e aria la Contestazione globale, che poi diventò più semplicemente il ’68. Sarà il tormentone di quest’anno, ani è già iniziato. Il ’68 fu l’ultima rivoluzione in Occidente anche se non fu cruenta, non buttò giù stati, poteri e [&hellip

“Da Mussolini allo ius soli, ecco come la penso”

Intervista per Metis Magazine del 1 settembre 2017 Innanzitutto come nasce la sua passione per la politica? È una passione che mi accompagna dall’adolescenza, che non posso scindere dalla mi visione del mondo e dalla mia passione di italiano, meridionale e mediterraneo. Vi confluiscono temperamento, l’epoca in cui crebbi – pervasa dalla politica e dalle ideologie – [&hellip

Quel paese così vitale, così mutato

È stato chiesto a MV di svolgere la traccia della maturità dedicata al boom economico dell’Italia negli anni 50 e 60 A cavallo tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, l’Italia cambiò come mai era accaduto nella sua lunga storia. Neanche le guerre, i cambiamenti di regimi e di stati, trasformarono il nostro Paese [&hellip

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