Auguri senza oroscopi

Giuro che al prossimo che mi fa l’oroscopo gli faccio l’endoscopia, con strumenti improvvisati. Non se ne può più di queste veggenti che non veggono un tubo ma si avventano sulla tua mano, sulla tua tazza di caffè, sui tuoi occhi e cercano di leggerti come sarà questo 2019. Ma fatevi gli astri vostri. Ti chiedono di che segno sei e cominciano a fare una previsione trionfale, invasiva e personalizzata, valevole per l’otto per cento e rotti dell’umanità, almeno se la dividiamo per i dodici segni zodiacali. Io a questi oroscopi fintopersonali, in realtà fondati sullo stoccaggio zodiacale, do lo stesso affidamento del sorteggio. Fingono di conoscere il dettaglio ma sono grossisti dell’astrologia. E cominciano a pontificare: voi leoni, voi tori e voi scorpioni… ma voi pappagalli che ne sapete? Li denuncerei per razzismo, perché credono alla razza degli acquari a cui appartengo e discriminano sulla base delle etnie zodiacali. Questo non è un paese normale, ma paranormale. Diffida delle leggi ma non degli oroscopi.

Esasperato dall’ossessione degli oroscopi, dalle tv ai giornali, dai salotti alle tavole, ho deciso di passare all’offensiva. In un primo tempo pensavo di portarmi con me l’articolo 231 del testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza e recitare ai primi tentativi di veggenza: “Sotto la denominazione di mestiere di ciarlatano si comprende ogni attività diretta a speculare sull’altrui credulità o a sfruttare o alimentare l’altrui pregiudizio, come gli indovini, gli interpreti dei sogni, i cartomanti, coloro che esercitano giochi di sortilegio, incantesimi, esorcismi o millantano o affettano in pubblico grande arte…ecc.” Ma poi, per non essere pedante, ho cambiato strategia. Così, anziché farmi sodomizzare dalle veggenti e subire passivamente operazioni zodiacali alle mie spalle, ho deciso a capodanno di bruciare sul tempo le maghette e di spacciarmi io per un gran conoscitore di astri, influssi e ascendenti. Forte della mia carnagione tropicale, mi sono spacciato per Fidel Astro, mago affidabile, come dice il nome, e competente, come indica il cognome. Un vero lìder maximo dell’astrologia. Ho predetto l’anno che verrà ai meravigliati astanti e alle affascinate, azzodiacate ascoltatrici a cui ho offerto oroscopate indimenticabili. Gli ingredienti per un oroscopo di successo sono facili: partite dall’autostima sconfinata delle persone, considerateli eccezionali, e predite un anno intenso, ricco di eventi e novità, speciale. Poi alludete a qualche inevitabile travaglio, qualche trauma infantile e qualche aspettativa covata dentro di loro. Andate sul sicuro. Dite poi che qualcuno gli vuole male perchè tutti sono convinti che c’è qualcuno che gliela tira e se una cosa non gli riesce è perchè qualcuno gufa. Persino i più sfigati si sentono vittime dell’invidia. Ma aggiungete che lui è protetto in alto, così si commuoverà pensando a nonna o a papà che sorveglia dall’alto dei cieli. Alludete poi a tensioni sul lavoro, a incomprensioni in famiglia e a un superiore che ce l’ha con lui. Coglierete comunque nel segno. E poi dite che deve avere più fiducia nelle sue doti e non farsi mai scavalcare nelle file dai soliti furbi perchè questo è un popolo di furbi ma vittimisti, di qualunque segno siano. Poi sfiziate sull’amore e promettete soldi con l’anno nuovo, tanto voi non ci rimettete niente. E vaticinate una grande svolta verso luglio: crea momentanea attesa ma poi se la scordano.

Miscelate in modo diverso questi ingredienti, adattando l’oroscopo alla faccia e alla mente del fesso; vi prenderanno per mago. I più fessi chiederanno dopo la predizione anche la raccomandazione astrologica; vediamo cosa posso fare. Intanto, per ingraziarsi gli astri, lasciate in questa improvvisata urna che i profani chiamano tasca, trecento euro per sacrificare un montone, compiendo riti propiziatori…

Morale della favola? Giocate con gli oroscopi, scherzate pure, non fanno male a nessuno se restano un modo frivolo per passare una mezza serata. Se vi fa bene, se vi dà sicurezza, sentirvi appartenenti ad un partito zodiacale, fate pure, ma non imponete agli altri le vostre debolezze. Però poi non avete il diritto di considerare arretrati, rozzi e superstiziosi quelli che vanno da Padre Pio a chiedere i miracoli. E non avete il diritto di definirvi laici: chi non è credente può essere credulone, e professare una religione infima, più primitiva e infantile delle antiche fedi. Riconoscete dignità alla sapienza di caldei, sciamani e di coloro che videro armonie nell’universo tra micro e macrocosmo. Gli oroscopi sono estreme tracce superstiti e superstiziose di verità perdute nel tempo e ultimi tentativi di dare un senso al futuro. Ma distinguete la luce dai fuochi fatui, la verità dalle sue contraffazioni, la grandezza dei sapienti dalla furbizia dei saccenti. Confesso pure di avere un amico mago pugliese che una volta mi indovinò il passato; ma non so se si era prima documentato. Il suo nome d’arte è Juppiter, con due p, perché sapeva il futuro ma non il latino. Gli avrei dato volentieri una mano, non per farmela leggere ma per aiutarlo. Non ce l’ho coi maghi. Se Marzullo parla di libri e Toninelli di ponti, anche loro possono parlare di astri e astronerie.

MV, 1 gennaio 2019

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  • L'ultimo libro di Marcello Veneziani

    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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