Il mistero dell’uomo bianco

Sono tutti concentrati su Di Maio e Salvini, Renzi e Martina, Berlusconi e Grillo, ma non vi sfiora una domanda cruciale? Ora che è saltato il banco, che non ci sono più referenti e tantomeno partiti e maggioranza di riferimento, ma ognuno va per conto suo, con chi si consiglia, a chi si rapporta l’Uomo Bianco delle istituzioni, alias Mattarella? Come Martina, come Gentiloni, come Delrio e quasi tutti i ministri degli ultimi due governi, anche Mattarella deve la sua carica a un capriccio di Renzi. Che fece saltare il Nazareno e ogni altro accordo tra gentiluomini o presunti tali, e decise di testa sua di sbrinarlo dal frigo dove giaceva ormai da anni, piazzando al Quirinale una figura di secondo piano della prima repubblica.

Era un modo muscolare per affermare la sua Egocrazia e per dimostrare che al potere c’era solo lui e poteva nominare Laqualunque anche al Quirinale: di Io ne basta uno, cioè Me Medesimo, suggerì Matteo con la nomina di Mattarella al Quirinale. Gli altri erano solo figuranti, comparse a cottimo, semplici prestanome.

Poi la ruota della fortuna ha girato a sfavore di Renzi. Gentiloni si è messo in proprio e gioca la sua partita, e come lui quasi tutti i ministri che Renzi ha portato al governo; persino Martina, il Frankenstein inventato da Matteo per un periodo di supplenza, ha smesso di rispondere ai suoi comandi e da reggente tentò di farsi autoreggente.

Resta invece il Mistero di Mattarella. Ora che ha perso il quadro e l’azionista di riferimento con chi discute le sue decisioni, a chi dà conto, con chi si raffronta? In questo straziante bimestre d’inconcludenza, Mattarella è stato una guida sicura nel giro del Nulla in sessanta giorni. Ha portato esattamente al punto di partenza, senza nulla di fatto, dimostrando l’ingovernabilità del paese, l’impossibilità di accordare i poli, l’insensatezza del verdetto elettorale, la vanità del popolo sovrano. Ora si fa strada l’idea che come accade ormai da anni, quando manca la politica, o semplicemente non è gradita all’establishment, arriva prima un segnale d’allarme dall’Europa in vista di un commissariamento, anche a termine. E segue puntuale un governo istituzionale, un governo della Corona, nel senso dell’Unione europea, tramite l’ineffabile uomo del Colle. Magari un governo economico, transitorio, come succede da 25 anni, cioè subito dopo il Trattato di Maastricht.

Media e Palazzi continuano a fingere di vedere in Mattarella un Garante Super Partes, uno Statista che parla nel nome supremo della Nazione e della Costituzione. Si aspettano i suoi capolavori strategici, si evocano suoi mirabili ultimatum alle forze politiche, si elogia la sua pazienza quanto i suoi perentori richiami. Ma a giudicare dagli esiti pare solo fuffa mediatica a cui non corrisponde niente.

La cosa peggiore di questa situazione è che non ci possiamo appellare a nessuna figura super partes, nessun padre della patria, sono tutti dentro e al di sotto delle parti. Con rispetto parlando, Mattarella è solo il nome che diamo a questo Interregno, la Nuvola Bianca che avvolge questo Vuoto Pneumatico prima che Politico.

Mattarella non ci sta traghettando verso alcun porto, non indica alcuna rotta, si limita al più al ruolo di guardiano del faro. Scruta di giorno e lampeggia di notte. Dopo questa Interminabile Melina, dovrà pur tirare le somme, indicare una strada e arrivare a una conclusione. Lì capiremo con chi, per chi, in nome di cosa Mattarella decide. Sarà l’Eurocrazia la sua stella polare? Presidente, la domanda finalmente si avvicina, ora tocca a lei, dica cosa intende fare, come e perché. Non può fare miracoli, ma almeno faccia chiarezza, dia una scadenza e una prospettiva… Sarà un manicomio, saranno matti, coi grillini per la testa, ma gli altri? Quando i messi di una città in rivolta andarono da Carlo d’Angio dicendo che il caos era opera di pazzi, il sovrano rispose: Ma i savi nel frattempo che facevano? 

MV, Il Tempo 6 maggio 2018

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    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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