Iniezione di fiducia per l’anno nascente

uomo finestra

Dal primo gennaio mi chiamo Rinato Azzero perché ho voglia di rinascita e di ripartire da zero. Ho azzerato tutto, compreso il malumore dell’anno passato, non ho voglia di ricascarci, non ho pensieri gravi e melanconici, tantomeno ostili e astiosi; ma solo propositi radiosi e attese promettenti, penso che d’ora in poi vivremo felici e contenti.

D’altra parte se pensassi il contrario ugualmente non inciderebbe affatto sulla realtà delle cose, quindi tanto vale vivere meglio pensando il meglio possibile. È gratis e non nuoce alla salute, a differenza della rabbia.

Vi risparmio gli aspetti intimi e privati della rigenerazione, punto a quelli pubblici e in particolare politici e istituzionali. E azzardo un’ipotesi col candido ottimismo che mi trasmettono le nuove generalità, l’anno nuovo e l’aver cancellato l’anno vecchio e malato.

Visto che penso positivo mi immagino che Matteo Renzi, per una volta faccia sul serio e vada fino in fondo. E, non volendo andare alle urne, crei le condizioni per un nuovo governo di salvezza guidato da Drago Draghi, con le migliori personalità in circolazione nei posti giusti.

Un governo che dovrebbe contare in Parlamento sul voto palese dei renziani, di tutte le forze del centro-destra e il voto nascosto di quanti tra i grillini più qualche piddino hanno paura di andare alle urne, sapendo di non tornarci vivi; e pur di salvarsi sono pronti anche a questo.

Il governo Draghi & Altri Fenomeni gestirà la prima ricostruzione dell’Italia, negoziando i fondi con l’Europa e avviando la macchina. E durerà fino alla scadenza di Mattarella al Quirinale, nel febbraio del 2022. Un anno, più un trimestre elettorale. Dopodiché Draghi, se si è comportato bene, come siamo altamente fiduciosi, viene elevato al ruolo di Garante Interno e Internazionale e viene eletto Presidente della Repubblica; e nella primavera del prossimo anno scioglie le Camere con un anno d’anticipo e si va a votare con un governo del Presidente (il trimestre di cui parlavo).

Il governo legittimo che verrà fuori dalle urne, se avrà la maggioranza netta e sperata, potrà durare un’intera legislatura e metter mano alla seconda fase della ricostruzione e delle riforme strutturali per rilanciare il paese, quando saremo ormai (si spera) fuori della pandemia. Se le cose restano così, dovrebbe prevalere una coalizione di centro-destra. È possibile che tra i grillini e il Pd si incunei un partito di Giuseppe Conte, che oggi avrebbe numeri rilevanti, c’è chi dice addirittura il venti per cento; ma tra un anno e mezzo, fuori dal potere e dal video, credo che quel partito si sgonfi. All’esimio prof. avv. Conte, visto che siamo in vena di bontà e di complimenti, riconosciamo di aver fatto un miracolo, seppure a proprio beneficio: era nato come “e” congiunzione tra grillini e leghisti, e si è trasformato in “é” verbo, anzi Verbo: è diventato la speranza di piddini e grillini e ha conquistato un suo pubblico di fan. Sarà fiera di lui Madonna Casalina che lo ha partorito.

Io vi conosco, cari lettori, e so già che sbufferete, molti di voi rifiuteranno questa prospettiva con sdegno, taluni mi accuseranno pure di aver preso i soldi non so da chi. Tanti di voi diranno che vogliono tutto e subito, elezioni subito, e poi Meloni o Salvini premier per direttissima, senza compromessi. Tanti di voi non vogliono sentir parlare di Draghi, quello dei Poteri Forti e della BCE, dello Yatch Britannia (pensate com’è buffa la vita, pubblicai io nel ’93 quell’inchiesta per documentare che si stava svendendo l’Italia a bordo del panfilo di Sua Maestà) e di tutte le congiure planetarie che potete immaginare. O tanti non vogliono più tra i piedi Berlusconi coi suoi giochetti, più nani e ballerine; e non vogliono sentir parlare di Renzi e via dicendo.

Ma Rinato Azzero quale io sono da ieri, è fiducioso, è ingenuo, vede solo buona fede, non vede il male da nessuna parte e non pensa male di nessuno; è pure disposto a mettere la sua quota per fare un regalo di pensione a Mattarella e per donare uno stock di pochette fp3 per il premier uscente.

Ragazzi, sarò ingenuo e benpensante, però pure voi mancate di realismo: non volete vedere la realtà, i rapporti di forza in campo, le reali possibilità di andare subito alle urne, e di vedere al governo i vostri beniamini con pieni poteri e senza compromessi di sorta. Non volete vedere la reale consistenza e capacità dei potenziali salvatori, le enormi difficoltà di governare a sfavore di Europa e di potentati annessi. E non volete convincervi che, come si diceva una volta, “il più pulito ci ha la rogna”…

Se vogliamo, il mio ottimismo nasce da un eccesso di pessimismo, così radicale, a 360 gradi, che alla fine della circumnavigazione non può che capovolgersi in ottimismo… La fiducia di chi non ha più niente da perdere, l’allegria dei naufraghi. Vi avevo lasciato il 31 dicembre con un’analisi apocalittica, con qualche voluttà di disastro, una visione così catastrofica da invocare la calata dei barbari per azzerare tutto e cacciare i furfanti dal tempio. In fondo non sono cambiato affatto, la prospettiva di oggi è un’evoluzione naturale della precedente; sto semplicemente passando dal mezzo bicchiere vuoto al mezzo bicchiere pieno, ma il bicchiere è sempre quello; non mi chiedo della bevanda che c’è dentro, perché è l’unica di cui disponiamo e non possiamo morire di sete per diffidenza. Meglio rischiare il peggio, che averlo di sicuro. Così mi sono inoltrato in questo scenario, tenendomi per mano con Alice nel paese delle Meraviglie. Sperando che Rinato Azzero non duri da Capodanno all’Epifania.

MV, La Verità 2 gennaio 2020

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    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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