La verità sulla Resistenza

La verità sulla Resistenza

​Da italiano avrei davvero voluto che la Resistenza avesse liberato l’Italia, scacciando l’invasore. Avrei davvero voluto che la Resistenza fosse stata il Secondo Risorgimento d’Italia. Sarei stato fiero di poter dire che l’Italia si era data con le sue stesse mani il suo destino di nazione sovrana e di patria libera. Ma devo purtroppo dire che l’Italia non fu liberata dai partigiani, e me ne duole; ma dagli alleati. Il concorso dei partigiani fu secondario, comunque minore. E devo purtroppo aggiungere che almeno la metà dei partigiani non volevano restituire la patria alla libertà e alla sovranità popolare ma volevano dare il paese nelle mani del comunismo e di una dittatura internazionale. Altro che risorgimento.

Non posso poi dimenticare altre tre cose.
La prima è che la guerra partigiana ebbe episodi di valore e di coraggio ma anche di gratuita, feroce e impunita violenza. Dimenticare gli uni o gli altri è un oltraggio alla verità e alla memoria dei suoi eroi e delle sue vittime.
La seconda è che molti fascisti combatterono e morirono senza macchiarsi di alcuna ferocia, pagarono di persona la loro lealtà, la loro fedeltà ad un’idea e ad uno Stato; mezza classe dirigente dell’Italia di domani fu falciata dalla guerra civile.
La terza è che di risorgimentali autentici, di mazziniani e patrioti, ve ne furono sia tra gli antifascisti che tra i fascisti. I seguaci di Gentile, di Berto Ricci, di Balbo, ma anche di altri oscuri o controversi protagonisti del tempo, davvero pensarono, cedettero e combatterono nel nome della patria.

Non sto facendo nessuna apologia del fascismo, reputo il fascismo morto e sepolto da una montagna di anni. Ma non sono disposto a negare, attutire o rimuovere la verità e calpestare il sacrificio di quei ragazzi. Reputo l’antifascismo una pagina luminosa di dignità e di libertà quando il fascismo era imperante; ma non altrettanto reputo l’antifascismo a babbo morto, cioè a fascismo finito. Reputo la Resistenza una pagina necessaria nella storia d’Italia ma reputo le stragi di civili e le uccisioni a guerra finita una pagina infame. Si fa peccato a dire tutto questo? Sono pronto a peccare, nel nome della verità e della libertà.

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  • L'ultimo libro di Marcello Veneziani

    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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