Si scrive Maastricht si legge Mostricht

A trent’anni dalla sua nascita non abbiamo ancora capito a che serve l’Unione Europea fuori dall’ambito economico, se non a stabilire precetti ideologico-moralistici e leggi in palese contraddizione con gli ordinamenti giuridici nazionali e le storie e tradizioni europee.. Non è un soggetto politico che esprime posizioni unitarie, non ha un governo passato dal consenso del popolo europeo; la sua stessa Unione non fu voluta o almeno ratificata da un referendum costitutivo del popolo sovrano. Non è un soggetto culturale e civile perché non fa nulla per affermare, difendere o valorizzare l’identità europea, anzi fa di tutto per negarla. Non ha una sua carta costituzionale dove declina le sue generalità storiche, le sue affinità ideali, i suoi principi, le sue matrici civili e religiose. Non ha una sua politica estera unitaria o una strategia internazionale, ma solo politiche nazionali o al più bilaterali. Non risponde unita davanti agli scenari mondiali, alle crisi internazionali, incluse quelle sanitarie e pandemiche: risponde in ranghi sparsi alle migrazioni, al commercio mondiale e in particolare è inerte sull’egemonia planetaria della Cina o sulla minaccia islamica; al più reagisce di riflesso agli Usa e alla Nato. L’Europa non è mai nata e ha paura pure della sua ombra. Esiste una moneta e un sistema di dazi e di regole, di banche e di finanziamenti, di regolamenti e debiti da saldare. È un ente economico, un istituto per il commercio. Ha però un contorno ideologico molto pervasivo, che i commissari, le corti e le istituzioni europee ribadiscono sempre e che costituiscono l’involucro etico e correttivo dell’Unione. Ma a parte questa ossessiva ideologia progressista- umanitaria l’Unione Europea non esiste; in realtà abbiamo ancora la CEE, la comunità economica europea. Anzi non sprechiamo la significativa parola comunità per un consorzio economico, torniamo al Mec, Mercato Europeo Comune. L’Europa è un morto che cammina e camminando fa i conteggi e le prescrizioni d’ordinanza. All’esterno è una gelatina senza solidità né spina dorsale, al suo interno è una cappa che opprime i suoi stati membri e i suoi popoli.

MV, La Verità (16 febbraio 2022)

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  • L'ultimo libro di Marcello Veneziani

    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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