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Li chiamavano onorevoli

Piccolo trattato sull’onore e sull’infamia Vediamo la crisi in corso con altri occhi, sotto altra luce. Lasciamo le beghe e le trame, le parti in gioco e il gioco delle parti, Conte e Renzi, Ciampolillo e Giggino a’ purpetta, e guardiamoci negli occhi. C’è una cosa che manca più di tutte in questi giorni, di [&hellip

Quel che resta dopo il massacro

Il lato assurdo di tutta la vicenda è che Conte e Renzi vogliono la stessa cosa: un governo con questa maggioranza, magari allargata ai centristi, quelli che votarono in Europa per Ursula von der Leyen. Un regolamento di conti con decine di morti e feriti, seppur figurati e soprattutto sfigurati, il peggio del paese vomitato [&hellip

Il luposordo, la gattamorta e i tartari

Da varie settimane, col favore delle ferie, le massime cariche dello stato sono passate alla semi-clandestinità. Pur conservando una parvenza di impegno, sono rimasti defilati dalla scena pubblica, hanno detto poco, annunciato meno, usando pantofole felpate per non far sentire i loro passi. Dopo tanto protagonismo, dopo un programma televisivo a puntate, One-man-Show di svariati [&hellip

Gli impresari del terrore

C’è qualcuno che vorrebbe prolungare all’infinito l’emergenza, la chiusura del paese, spostando la liberazione di data in data, di fase in fase. C’è qualcuno che ci guazza in questa quarantena, ne approfitta, si avvantaggia, su piani diversi. C’è qualcuno che in questa paralisi si sente importante, decisivo, determinante, esercita il potere allo stato puro, in [&hellip

Dal videomapping a un governo vero

Il governo Conte è un videomapping proiettato sull’Italia. Dà l’illusione ottica di scenari in movimento, opere e realizzazioni in corso, ma è solo un gioco di luci, clip e sonoro. Governo di simulazione, fondato sui verbi declinati al futuro. Ma ad essere più precisi, la politica in Italia è da tempo ridotta a un vasto [&hellip

L’8 settembre che torna

Italiani, oggi è la nostra vera festa nazionale. Viviamo un ciclico, perenne otto settembre. Anche se non c’è la guerra, anche se non c’è il fascismo, la sindrome del voltafaccia, del tradimento versipelle e della cessione di sovranità si ripete a ogni giro di boa, a un livello sempre più basso, e sempre più infame, [&hellip

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