Fascisti for ever

A settantadue anni dalla caduta del fascismo pende ancora in Italia l’accusa di apologia del fascismo. Ho ricevuto una lettera incredibile dal sindaco di Affile, Ercole Viri, nell’ambito della città metropolitana di Roma, che mi racconta la storia grottesca del procedimento che porterà il 21 marzo prossimo l’intera giunta del comune laziale davanti al giudice per la vicenda Graziani.

Spiego di cosa si tratta, anche se la storia è già rimbalzata sui giornali. Nel 2012, la giunta di Affile inaugurò un museo e un monumento al Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani, loro concittadino, anche se nativo di Filettino. Ad Affile ci sono i suoi eredi,i suoi beni, la tomba famigliare in cui è sepolto.

Per erigere il monumento, il Comune ricevette i fondi dalla Regione Lazio guidata da una giunta di sinistra (Marrazzo, Montini e Nieri di Sel, per intenderci). Che distribuì analoghi fondi al comune di Filettino guidato da una giunta di centro-sinistra. Per Filettino va tutto bene, per Affile invece scatta la denuncia dell’Anpi, l’associazione partigiani. Prima il processo prese una piega diversa, si cercavano responsabilità penali come peculato e distrazione di fondi, violazioni paesaggistiche o del progetto. Cadute tutte quelle accuse, mi scrive il sindaco, è rimasta in piedi l’accusa di apologia di fascismo.

Ora, io non farò la storia controversa di Graziani, che fu pluridecorato in guerra e fu perciò considerato un soldato, un eroe, non uomo del regime, e che invece è stato poi riconsiderato come un massacratore nel dopoguerra. Non entriamo nel merito e lasciamo aperta la controversia. È la storia, ma è naturale che ogni paese valorizzi la memoria storica che ha, seppur controversa.

Accusare il comune di Affile di voler valorizzare la memoria di Graziani sarebbe come accusare la Transilvania di fare l’apologia dei vampiri perché valorizzano e sfruttano al massimo la storia e il mito del Conte Dracula… Noto pure che giunte di sinistra, sindaci del Pci, hanno campato per decenni a Predappio sulla casa di Mussolini, tutelandone il sito, il commercio di materiali annessi e promuovendo campagne; e la vicina Filettino guidata da un sindaco del Pd può ricordare impunemente Graziani.

Il comune di Affile invece non ha una giunta di sinistra, anzi odora di destra e il sindaco ha per giunta un nome e un cognome che evocano il machismo fascista, il culto erculeo della forza e della virilità: Ercole Viri. Ma come ti permetti in quel nome e quel cognome c’è già un oltraggio anche ai gay, contiene già in sé il reato di omofobia e di sessismo. Che dite arcigay e arcilesbiche di costituirvi parte civile?

Visto il clima, visti i presupposti, visto soprattutto l’Ente che lo accusa, l’Anpi, il sindaco con la sua giunta teme il verdetto giudiziario del 21 marzo. E allora ripenso all’assurdità di un Paese infognato da decenni nella peggior repubblica europea, inguaiato dai debiti e dal malaffare, ferito e impaurito da terremoti e terroristi, che si appresta ancora a celebrare un processo ideologico sul fascismo nel nome di una norma transitoria della Costituzione, che benché transitoria è più intoccabile delle altre, come si è visto.

L’antifascismo è ancora in servizio anche se il fascismo è morto da 72 anni… E tutto questo accadrà nel 2017, l’anno in cui si celebreranno i cent’anni del comunismo nel mondo, la più grande catastrofe creata dagli uomini per numero di vittime, popoli oppressi, durata e ampiezza intercontinentale. Ma il comunismo è archeologia, il fascismo è ancora materia viva.

Non vi rendete conto che lo tenete in vita voi il fantasma? Ingigantite la sua ombra e ridicolizzate i suoi acchiappafantasmi.

M.V. Il Tempo, 31 dicembre 2016

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    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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