Il mondo è piccolo (e l’Italia è grande)

Il mondo è piccolo (e l’Italia è grande)

L’Italia è piccola, è provinciale, dice l’italieno che si sente global e nativo digitale. Ma non vi viene il dubbio opposto che agli italieni si sia ristretto il mondo? Dico a voi, e anche a noi, che navigate nel web, usate lo smartphone e l’i-pad, chattate, twittate, siete collegati in permanenza, magari tramite una supposta detta chiavetta e un minuscolo nocciolo detto micro-chip. Lo so, immensi sono gli spazi che apre la tecnica, enormi le possibilità che offre e di cui non saremo mai abbastanza grati. Eppure il nativo digitale vive e pensa in un mondo sempre più piccolo. Non è solo l’effetto della tecnica che rende il mondo sempre più piccolo, tascabile, e ingloba la globalizzazione fino a stringerla in una mano e renderla a portata di dito. Ma è l’effetto pratico che ha sulla nostra vita.

Il mondo perde la maestosità degli spazi e dei tempi che si perdono a vista d’occhio, delle visioni lungimiranti, benché incerte; perde i paesaggi e i grandi panorami, perde la profondità e la distanza, è tutto compreso, rappreso, in uno schermo, in un display, sempre più piccolo. Il cinema, il televisore, il computer, l’i-pad, lo smartphone, via via restringendo. Tutti curvi a chattare e a far entrare il mondo e le nostre relazioni in uno schermo piccolo piccolo, chiave della vita, finestra sul mondo e sui rapporti umani, tabernacolo del nostro pane più sacro, la conoscenza. Il mondo piccolo. Così Giovannino Guareschi aveva definito l’universo antico e paesano di don Camillo e Peppone, il mondo di Brescello e della Bassa con le sue storie. E invece in quell’universo di paese il mondo era più grande di quello che si vive e si conosce tramite un tablet o uno smartphone. C’è più cielo, più terra, più campagna, più città, più strade, più persone, più mondi: il mondo politico, il mondo religioso, il mondo dei miracoli e dei Gesù che parlano, il mondo delle famiglie e dei cortei, il mondo dei vecchi e dei bambini, il mondo remoto delle nazioni, il mondo passato, il mondo che verrà. Invece voi italieni che avete in pugno il mondo, fisicamente e metaforicamente, e tutto è dentro, compreso lo scibile umano in forma di wikipedia, vivete fisicamente e metaforicamente in un mondo minuscolo. Se il mezzo è il messaggio, il vostro mondo è diventato smart, molto smart.

Noi pensiamo al mondo della nostra infanzia pretecnologica come al mondo piccolo, o pensiamo all’Italia e all’amor patrio come dimensioni e affezioni di un mondo limitato dentro frontiere, confini, province. Ma a ben vedere era più vasto quel mondo, e piccoli, semmai, eravamo noi. C’erano più mondi, più tempi, più luoghi, più esperienze vitali. La visuale dell’infinito di Leopardi, gli interminati spazi, erano colti da uno sguardo in cima a un colle, in un paese, delimitati da una siepe. Qui gli spazi a cui lo schermo allude sono sì interminati, e non solo quelli del cosmo e degli eventi ma anche quelli virtuali; ma il mondo realmente abitato si fa piccolo, in miniatura, racchiuso in un’ampolla magica come quella di Aladino anche se ha forma di una tavoletta da tasca. La vostra visione è tutta compresa in quello schermo, dipende da pochi centimetri di silice, un oggettino e il suo alimentatore. Direte, il mezzo è piccolo, ma schiude all’infinito. Non è proprio così, perché poi anche il mondo mentale si restringe, le vedute si fanno sempre più corte, l’orizzonte è nano, i discorsi sempre più frammentari, il pensiero si riduce a una modalità d’accesso, il medium ci modifica la testa e ci resetta altri mondi, altre possibilità, altri tempi, altre esperienze vitali, rende tutto superficiale ridotto a un palmare. I nostri linguaggi e le nostre azioni si riducono ad alcuni passaggi.

Nasce l’idiota globale chiuso nel recinto cosmico della sua privacy, connesso al mondo ma non sa cosa comunicare. Non sono luddista e mai chiederò di abolire la nuova tecnologia, di tornare indietro o arrestarne il passo. Non so se saprei rinunciarvi, comunque non vorrei rinunciarvi. Vorrei solo che quella teca formidabile fosse una delle opzioni di vita, uno dei momenti a cui dedicare un tempo limitato. Torniamo politeisti, riapriamo la pluralità degli universi, reali e immaginari, tecnici e mentali, chattiamo a voce, pensiamo senza schermi, vediamo senza reti, tocchiamo corpi e non solo screen. Apriamo le finestre. E per dirla tutta vi dirò: il nativo digitale è letteralmente un masturbatore, non ha rapporti reali ma solo virtuali, a distanza, senza contatto fisico ed esaurisce la sua azione nel movimento di una mano. Il mondo degli italieni si è ristretto a un ego isolato, affacciato su un minuscolo oblò con le sue voglie immaginarie verso remoti.

Marcello Veneziani

P.S. Lettera agli italiani (Marsilio 2015) è giunta alla terza edizione accresciuta di nuove pagine. Il testo sopra, che integra il capitolo sugli italiani, è fra queste.
 

Condividi questo articolo

  • Facebook

  • Instagram

  • Canale Youtube

    Canale Youtube
  • L'ultimo libro di Marcello Veneziani

    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

    Leggi la biografia completa

Le foto presenti su questo sito sono state in larga parte prese da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione non avranno che da segnalarlo a segreteria.veneziani@gmail.com e si provvederà alla rimozione.

© 2023 - Marcello Veneziani Privacy Policy