L’amore in tazza

uomo fa pipì

Dopo la lunga giornata delle donne, lasciate che mi dedichi, almeno per cazzeggio, all’angolo dei maschi, con leggerezza. Quando vedo le coppie d’innamorati e la loro dolce demenza, li proietto nel loro futuro dopo la fase acuta e mi viene un po’ da piangere e un po’ da ridere. Penso alla futura schiavitù reciproca e da maschio mi colpisce più quella dei maschi. Li vedo da sposati, li immagino stimati nella loro vita pubblica, ma poi ridotti in casa a larve umane.

Un segnale pericoloso un tempo erano le pattine, per obbedire alle fisime lucenti della moglie. Ma ho scoperto il punto preciso in cui avviene l’abdicazione e poi la resa simbolica dell’uomo alla sua signora o domina (che è poi l’etimo di donna). È quando un uomo accetta il diktat della sua dominatrice di sedersi sul water per orinare. Lo scopo è non produrre schizzi extratazza o sul tarallo; ma la perdita della posizione eretta nella minzione segna la capitolazione del maschio e il suo docile accucciarsi agli ordini della Domatrice. Alza la zampa, e lui la alza; siediti, e lui si siede. Anche i figli vengono così castrati in età precoce. Era uno dei più grandi piaceri mingere al vento in campagna o tra i boschi, sentire il fruscio sull’erba e la complicità delle piante; era una promessa di lealtà urinare in compagnia, assicurando così che non sei un ladro o una spia.

Ricordo un amico di gioventù, rustico e spaccone, uso a grattarsi il pacco e a mingere dove capitava, che dopo sposato, cambiò modi. Non capivamo cosa fosse accaduto. Un giorno scoprimmo che la moglie lo aveva ammaestrato a far pipì seduto sulla tazza. Fu la sua fine. L’organo finì ai domiciliari, lui diventò l’ombra di se stesso. C’è un film con Jack Nicholson che da pensionato, perduta la moglie, riscopre il gusto di far pipì in piedi, come natura vuole. La schiavizzazione dell’uomo comincia dalle vie urinarie. Non prostratevi. (Però siate più precisi con la mira).

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  • L'ultimo libro di Marcello Veneziani

    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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