Lettera ai capataz. Caro Grillo…

Caro Grillo,
ma in quale vicolo cieco sta portando milioni di italiani e centinaia di parlamentari? Prima che diventasse un leader politico, io apprezzavo le sue serate teatrali di satira e denuncia, le sue campagne contro gli speculatori e gli inquinatori, i corrotti e gli imbonitori. La trovavo istruttivo e divertente. E avevo pure combattuto per riportarla in Rai dove era stato estromesso perché non risparmiava nessuno, politici potenti e soprattutto grandi investitori pubblicitari per la Rai.
Poi scese in politica, con la Casaleggio & Associati, e la sua campagna di vaffa non mi parve un gran contributo per raddrizzare il degrado della politica. E così molto scadenti mi parvero le selezioni per scegliere i candidati tra branchi di dilettanti allo sbaraglio. Ma in fondo un partito che incanalasse la rabbia e la protesta ci voleva, i partiti tradizionali non lo facevano e i leghisti, che erano partito di governo e troppo nordisti, non riuscivano a proporsi in quella chiave.
Lei col suo partito ce la fece e fu una grande scossa per il nostro quadro politico. Che diventò un terremoto quando un giorno ci accorgemmo che il bipolarismo dell’alternanza su cui aveva retto per decenni la politica italiana, centro-destra contro centro-sinistra, Berlusconi e antiberlusconiani, non c’era più grazie a lei, Beppe. Era nato un tripartitismo psicolabile, perché in realtà oltre il suo Movimento 5 stelle, era in atto anche la disgregazione dei due poli antagonisti.
Comunque, tutto sommato, vedere facce giovani, ardenti lottatori politici e fresche benché spaesate energie, fu un bello spettacolo. Anche il suo anticonsumismo, la sua lotta contro le banche, perfino il modello sociale della decrescita felice erano comunque posizioni interessanti.
I primi dolori cominciarono quando i grillini cominciarono ad amministrare le città; anzi, ancora prima, quando cominciarono a farsi conoscere: dilettantismo puro, bufale da web che diventavano teorie politiche e programmi, ignoranza abissale, incapacità di distinguere le dimensioni, le proporzioni, le priorità, così che facevate battaglie per risparmiare qualche migliaio di euro mentre vi sfuggivano gli sprechi di miliardi di euro.
Ma questo era ancora niente rispetto alla schizofrenia che caratterizzò il suo movimento: protesta radicale e feroce, giacobina e giustizialista, su alcuni temi e contro i governanti e poi totale allineamento ideologico-culturale al politicamente corretto e a tutti i suoi dogmi principali. Forcaioli e conformisti, ribelli e allineati, strano incrocio.
Ora vedo le sue ultime giravolte; non più alleati in Europa con i movimenti nazional-populisti, anti-euro, come il partito della Brexit di Farage, ma addirittura con i liberali, che sono progressisti, europeisti, integrati nel sistema che dicevate di avversare e omogenei alle oligarchie che comandano in Europa. Con la beffa aggiuntiva di vedersi respingere dai liberali e di vedere insorgere mezza base del suo movimento. E dover implorare Farage di riprenderlo.
Potrei dire che lei sta tradendo la gente che le ha dato i voti, e che sta regalando a Salvini e Meloni una larga fetta del suo elettorato euroscettico e nazionalpopulista, ricevendo in compenso una pacca sulle spalle dei giornaloni di regime per il vostro allineamento, che equivale poi a un’estrema unzione. Deve solo ringraziare i liberali che l’hanno ricacciata.
Ma con quella giravolta lei ha fatto qualcosa di più e di peggio che allearsi coi liberali e tradire i populisti antieuro: se lei può da un giorno all’altro capovolgere la posizione politica del suo movimento – come del resto fa a cicli alterni anche sul tema dell’immigrazione, oscillando paurosamente tra accoglienza e respingimento – vuol dire che non è portatore di nessuna istanza politica e ideale, di nessun modello di società e di economia, di nessun progetto, naviga a vista, improvvisa, va a orecchio ma spesso è sordo.
E dimostra l’insostenibile vacuità del suo movimento, la sua totale inconsistenza. Ora, se a un movimento di dilettanti allo sbaraglio togli pure la motivazione forte alla base, elimini la rotta e la rottura, la sua persistente identità e riconoscibilità, che cos’è quella mucillagine che resta? Nulla e comunque niente di meglio rispetto all’offerta politica che c’è in giro, pur scadentissima.
Continuo a nutrire simpatia per lei, a considerarla tutto sommato migliore del partito che ha fondato con la Casaleggio-scientology perché lei è diventato famoso per la sua bravura e a riconoscere buona fede in molti suoi militanti ed esponenti, compreso la Raggi; aggiungo che per disperazione ho perfino tifato ai ballottaggi per i vostri candidati pur avvertendo che con ogni probabilità sarebbe stata una delusione. E continuo ancora, nonostante tutto, a riconoscere che si è messa in moto una grande macchina per farvi fuori e continuo a sperare che i vostri si ravvedano anziché crollare, trascinando le città.
Ma devo dire che il vostro nemico principale siete voi stessi, la vostra inadeguatezza, i vostri vistosi errori, la vostra incapacità di scegliere uomini e terapie, i vostri no ciechi e totali, senza prospettive. Allora torno a lei e le dico con tutto il cuore che da oggi tifo perché sciolga il suo movimento o lo abbandoni alla sua sorte. Mandi a casa i suoi ragazzi, dopo che avete promesso di mandare a casa chiunque.
Toglietevi di mezzo, state creando più equivoci e più danni di quanti ne denunciate, non siete capaci di tenere nemmeno le vostre posizioni. Lei ha fatto una scommessa e l’ha vinta, da comico è diventato leader di un partito che ha sfiorato il primato di consensi, ci ha provato e c’è riuscito. Può ritenersi soddisfatto, complimenti. Oltre non può andare, può fare solo peggio.
Ora torni in palcoscenico, come aveva promesso/minacciato, ne guadagnerebbero tutti: la politica, lo spettacolo, noi italiani, lei.
M.V., Il Tempo 13 gennaio 2017

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  • L'ultimo libro di Marcello Veneziani

    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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