Replica agli psicanalisti

Al collettivo psicanalisti del Cipa riconosco un solo merito: hanno deciso di negarmi la parola dopo un ampio pronunciamento della Congregazione, una specie di gogna epistolare seppure a circuito interno, anziché farlo, come di solito succede in questi casi, in modo subdolo, accampando pretesti o scuse oblique. Sono stati espliciti.
Riconosciuto questo, la vicenda è e resta esattamente come è stata descritta nei suoi contorni.
Inaccettabile. Per un’associazione di psicanalisti junghiani sarebbe stata un’occasione ghiotta discutere del Mito in chiave interdisciplinare con uno studioso di filosofia, o un pensatore come dice Galimberti, di altro orientamento e piuttosto controcorrente.
Ma gli psicanalisti in questione avevano il loro Pregiudizio dogmatico da servire: è di destra, quindi è di estrema destra; ha scritto di Julius Evola, quindi è ideologo della peggior specie, non è un pensatore o uno studioso ma un nazifascista, oltre che un giornalista.
E così, senza leggere il libro, che non ha richiami politici e ideologici, decidono a priori di esercitare il loro razzismo etico-culturale con tanti saluti antifascisti. E questo lo chiamate un “dibattito libero”? Ma per piacere…
Non minimizzate, non sorprendetevi del rilievo che Il Tempo ha dato al caso, la vostra censura è grave ed è un esempio da manuale del politically correct in versione psico.
Voi non sapete quanto pesano quelle pietre che lanciate sulle persone e sugli autori senza conoscerli, che incidenza hanno nella vita e nell’attività culturale di chi viene così marchiato, se poi si moltiplicano per cento, per mille…
E non sapete nemmeno quante persone sono rimaste disgustate e indignate, come hanno dimostrato le migliaia di lettori, tra e-mail, facebook, tweet, messaggi e testimonianze che sono pervenute sul tema, senza che nessuno difendesse la vostra “democratica” decisione.
Sono stanchi di processi ideologici sommari nel decidere e nel giudicare chi sono i giusti e chi gli sbagliati, sono stanchi dei conformisti che fanno branco contro chi non la pensa come loro e affibbiano o revocano patenti di circolazione culturale…
Vorrei peraltro informarvi che questo mio libro dedicato al mito è più nel segno del “vostro” Jung (e di Hillman) che del “mio” Evola, a cui non risparmio critiche in questo testo e di cui non ho mai condiviso la critica radicale a Jung.
Fermo restando che Evola è un grande autore, letto e stimato da grandi pensatori, e ancor oggi letto e citato da fior d’autori.
Quanto poi al Male Assoluto vorrei sommessamente ricordarvi che l’autore a cui vi ispirate, Jung, ebbe un rapporto ambiguo col nazismo e accettò di presiedere per ben sei anni l’associazione degli psicanalisti d’ispirazione cristiana che il regime hitleriano istituì al posto della disciolta associazione di psicanalisti ostile al nazismo…
Se dovessi applicare il vostro criterio anche al vostro autore di riferimento, cosa dovrei dedurre della vostra associazione? Ma io so distinguere, non sparo nel mucchio, non disprezzo a priori e per partito preso.
E non nego la parola a nessuno, soprattutto a chi oltre la parola ha anche un pensiero.
Detto questo, a Siracusa il 18 giugno, accogliendo l’invito reiterato dei promotori, io presenterò il mio libro Alla luce del mito, a prescindere dalla vostra associazione e dal vostro divieto.
MV, Il Tempo 10 maggio 2017