Il ballo di Matteo non basta all’Italia
Ci vuole ritmo per ballare la samba più che per sollevare l’Italia. Lo dico a Matteo Renzi, protagonista assoluto dell’anno appena finito. La samba andava bene per il trenino di fine anno ma non per muovere la locomotiva Italia. Bilancio di Capodanno dell’one man show al governo: Renzi è stato il brillante surrogato di un premier vero, la protesi smagliante di quel che ci vorrebbe all’Italia. Ha mimato alla perfezione un nuovo risorgimento, ha simulato la rinascita italiana, come fanno i bambini quando giocano a imitarei grandi.
Ora ci vorrebbe qualcuno che facesse sul serio quel che Renzi dice ogni giorno, qualcuno che uscisse dallo schermo, dalle gag, dallo show e realizzasse nella realtà quel che Matteo enuncia, mima e sceneggia. Intendiamoci, meglio lui di chi l’ha preceduto, meglio simulare un trenino festoso che un funerale. Renzi si circonda di cloni renziloqui, punta a sollevare il morale, lancia coriandoli e stelle filanti, annuncia cannonate e spara cerbottane.
Figo, ma l’Italia avrebbe bisogno di un premier vero e di Trenta Tiranni coi fiocchi, con ampio mandato e forti poteri decisionali in ciascun settore vitale: nell’economia e nel lavoro, nella scuola e nella ricerca, nei trasporti e nell’ambiente, nella sanità e nelle opere pubbliche, e così via. Libertà d’opinione e di critica, ma trenta dittature a tempo determinato per mutare radicalmente lo Stato e il Paese. È quel che sognano in tanti e confessano in pochi. Matteo è un aperitivo, ha aperto l’appetito di governo vero.