Panda, retorica e miracoli del Beato al Colle
Sono bastati pochi gesti, poche immagini, pochissime parole, sommerse nel diluvio servile della peggior Italia, per sentire che Mattarella non è il “mio” presidente della repubblica.
La panda grigia, le Fosse Ardeatine, l’esordio retorico, l’inchino dei grandi giornali, l’agiografia del Beato, la stucchevole melassa parolaia che colma il mutismo del neopresidente, ci hanno riportato nella vecchia tana dell’orco costituzionale, con le linguine al sugo dell’ipocrisia. Il Tartufo di Molière, Tartufo Bianco, parrucconi al potere e sciampisti nell’informazione…Sarebbe bastato esordire andando all’Altare della Patria, evitare la demagogia della panda grigia e la retorica della contrizione per le difficoltà degli italiani per dare segnali diversi all’Italia. Mi rendo conto che è difficile risalire la china di un ruolo marginale per decenni, far dimenticare di essere figli di, fratelli di, gregari di. Oltretutto non sempre il silenzio è una virtù; in Sicilia, ad esempio, sconfina nell’omertà. Ma a volte il silenzio è preferibile alle melense ovvietà e al grigiore di contenuti e tono: penso con preoccupazione al prossimo Capodanno, saranno in pochi coloro che dopo aver sentito il narco-messaggio del presidente resisteranno svegli fino alla mezzanotte… Scherzo, naturalmente.
Ho solo una flebile speranza: che Mattarella ci stupisca, a cominciare da stasera e ci spiazzi e ci faccia capire che è pure il nostro presidente. Ma è uno di quei miracoli…come dare la parola ai muti e togliere la parola ai renzi.