Non è una guerra di religione (29/06/2015)

Non è una guerra di religione (29/06/2015)

No, questa non è una guerra di religione. Per essere una guerra di religione dovrebbe innanzitutto riguardare due religioni, e invece la religione in campo è una sola, l’Islam. E non è nemmeno l’Islam ma la sua versione estrema che purtroppo miete proseliti. Il Cristianesimo non è in guerra con l’Islam ma una setta sanguinaria che si ispira all’Islam è in guerra totale con il mondo, con la vita, con la civiltà e con la modernità. Il Cristianesimo qui non esiste come competitore religioso, semmai come radice primaria del mondo moderno e come religione arresa a Satana. Non c’è conflitto tra due fedi, semmai tra una fede e il mondo; da un lato una fede ridotta a fanatismo e volontà di onnipotenza e dall’altro il mondo visto come regno del nichilismo ateo e della perdizione. Il conflitto non è tra chi ha un Dio e chi ne ha un altro, ma tra chi ha Dio e chi no, avendo per dio se stesso e il mondo. E tra chi crede ciecamente al paradiso post mortem e chi invece lo ricerca in vita.

Se vogliamo vederla da un altro punto di vista, il conflitto nasce dalla non contemporaneità di due mondi: l’epoca in cui viviamo noi non è la stessa in cui mentalmente abita il terrorista. Immaginate in pieno ‘600 resort e luoghi di vacanza, persone seminude al mare, dedite ad abbronzarsi, a vivere nell’ozio e nel divertimento, remoti da culti e preghiere. Anche la religione cristiana del tempo li avrebbe considerati peccatori e dannati all’inferno, come già furono scomunicati coloro che in quel tempo per vanità s’imparruccavano, si truccavano, fornicavano. E all’anatema, alla sconfessione, qualcuno in nome di Dio avrebbe fatto seguire la punizione. La stessa cosa fanno i terroristi dell’Isis che adottano un criterio di giudizio totalmente estraneo al “nostro” tempo. Personalmente non considero il nostro presente come la verità assoluta rispetto a ogni altro tempo e dunque concepisco che qualcuno possa vivere in altro modo e dedicare la vita ad altri valori. 

Quel che reputo raccapricciante è ridurre il mondo, la vita, gli altri, alla propria visione, ritenendo che sia indicata da Dio, e decretando la condanna a morte di chi non la segue. La follia dei fanatici è nella pretesa di decidere del mondo nel nome di Dio come se fossero i titolari assoluti della sua parola e dei suoi verdetti. Non è la fede in sé che induce al fanatismo e nemmeno il rifiuto di vivere nel “nostro tempo”, ma la pretesa di proclamarsi suoi concessionari esclusivi in terra. Lasciate che sia il Signore del Cielo e della Terra a decidere del mondo, non sostituitevi a Lui. Ma il fanatico religioso come il terrorista ideologico ha in odio il mondo e vuole abolirlo nella pretesa di correggerlo radicalmente, fino a distruggerlo. Si reputa portatore della vera o nuova umanità e vuol cancellare quella che reputa la falsa o vecchia umanità che ha tradito. Pensa che il suo compito sia far trionfare la Verità come lui la vede, anche a costo di ridurre il mondo a un deserto. 

Non è possibile alcuna trattativa con chi la pensa in questo modo né vale alcun deterrente con chi è disposto a dare la sua vita perché sa che gli tornerà eterna e beata in cielo. La tragedia di questa guerra è la totale asimmetria di mezzi, scopi e aspettative. In comune abbiamo solo un obiettivo reciproco: eliminarli. Mors tua vita mea

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  • L'ultimo libro di Marcello Veneziani

    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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