Conta il prezzo non il valore (30/3/2014)
Conta il prezzo non il valore (30/3/2014)
Tira un’aria di demagogia veramente davvero insopportabile. Di una persona, di un’idea, di una funzione, si chiede sempre e solo quanto costa e non quanto vale. È un continuo leggere il cartellino del prezzo a prescindere se son diamanti o patate. Di un manager o di un professionista non si chiede più cosa ha fatto e come lavora ma quanto prende. Così di un politico. A me indigna non quanto prendono, na quanto poco valgono in gran parte. Lo scandalo peggiore del parlamento- oltre alla bassa qualità media dei politici e al loro scarso rendimento – è l’assurda retribuzione di commessi che guadagnano quattro volte i loro omologhi di periferia, facendo lo stesso lavoro; o dei dirigenti di Camera e Senato, troppo spesso inerti che di solito non sono lì per merito, guadagnano anche più dei parlamentari, senza lo stress di farsi eleggere e – come ripetono gli idioti – senza metterci la faccia.
In questa demagogia c’è la versione boy-scout di Renzi che risparmia due spiccioli vistosi ma non tocca le strutture elefantiache che costano cento volte di più. O inserisce tetti da soviet per i dirigenti, senza considerare se questi giovano o meno alla ditta. Ma c’è pure la versione parrocchiale di Bergoglio. Sparare sui politici è facile e fa consenso. Magari era più difficile dire a Obama; non sei venuto per me ma per le armi. Però lui è potente e cool. L’importante non è la verità ma aver successo, non è la giustizia ma piacere al pubblico. Per esaltare il pubblico dell’avanpolitica devi fare “a mossa, come Ninì Tirabusciò.