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Patrioti di giornata

L’Italia è risorta. Alla stadio, in tv, nelle piazze, nei bar e nelle case. È risorta a cottimo, in questo luglio a volto scoperto, dopo due sfide, col Belgio e la Spagna e stasera si annuncia la gloriosa epifania a Londra, nella finale con l’Inghilterra, la perfida Albione diventata perfida Brexit, che ha lasciato l’Europa [&hellip

2 giugno, uniti ma divisi

Il 2 giugno quest’anno ha una faccia strana perché c’è un governo di unità nazionale guidato da un extra-politico super partes. In teoria quest’anno la festa è veramente di tutti, o quasi, o comunque non è monopolizzata da una parte; ed è festa d’addio per Mattarella al Quirinale, salvo colpi di coda. Nel 75° compleanno [&hellip

Foibe e fobie

La Giornata del ricordo è l’ultima commemorazione dedicata all’amor patrio istituita nel nostro paese. Resta lì, orfana spaesata nel calendario dell’oblio, destinata a sopravvivere in un’indecorosa semi-clandestinità che volge alla rimozione graduale, fino all’estinzione. Le altre ricorrenze nazionali galleggiano superstiti e semi-sommerse: il 4 novembre vivacchia sotto falso nome, ripudia la Vittoria, si rifugia nella [&hellip

Il patriottismo dei mascalzoni

Su, finitela con questa mascherata. Da quando, il 1° giugno, Sergio Mattarella ha invocato l’unità del paese allo scopo di delegittimare la manifestazione dell’opposizione del giorno dopo, la Cupola italiana – quell’intreccio di poteri che occupa istituzioni, governo, scena politica, media di stato e giornaloni, poteri giudiziari e sanitari – ripete ogni giorno il mantra [&hellip

Cosa si festeggia il 2 giugno? Il 3 giugno

Non fiori né opere di bene per la festa della Repubblica italiana. All’opposizione sono stati negati i fiori sull’Altare della Patria, agli italiani sono negate o tardate le opere di bene. Galleggiamo da mesi in una lunga e sfiorita anticamera, nell’attesa generale di fondi europei e nell’attesa particolare di aiuti per le singole imprese, famiglie [&hellip

L’amor patrio ai tempi del colera

La quarantena e la segregazione globale degli italiani ci costringe a riscoprire il nostrano, a rifare i conti con la vita nazionale e il madre in Italy. Ma per gli antipatrici, la patria non esiste; è ovunque, come il coronavirus. Ho ricevuto un libro, l’ennesimo direi, contro l’amor patrio e i suoi fratelli e fratellastri: [&hellip

Dichiarazione d’amore al paese natio

Cara Bisceglie, dal primo giorno che non ti ho visto mi sono innamorato di te. Quando vivevo presso di te eri un fatto naturale, come il cielo e la terra, e non ci badavo, mi passavi davanti e nemmeno ti guardavo. Non ti consideravo, ti maltrattavo a volte, sentendomi a mia volta maltrattato, sognavo di [&hellip

È sempre colpa del nazionalismo

Ma davvero volete farci credere che il guaio principale del nostro tempo, in Italia, in Europa e nel mondo, sia il nazionalismo? Dalla Merkel a Macron, da Soros a Mattarella, dal Collettivo Media e Intellettuali Uniformati fino ai cantanti e perfino gli astrofisici, tutti additano il nazionalismo come il male principale da debellare, anzi la [&hellip

Come tradire il IV novembre

Dopo un anno di commemorazioni masochiste per auto-mortificarci, arrivò finalmente il giorno in cui siamo costretti a ricordarci della Vittoria e del suo centenario. Eccolo, il 4 novembre, anzi il IV novembre, la giornata della Patria. Ma avrete già sentito come viene trasformato quell’anniversario nel Racconto Ufficiale fatto da presidenti, ministri, media e professori: la [&hellip

Il milite ignaro

​Si chiamava Francesco, veniva dal sud, aveva vent’anni e una forte miopia. Non aveva uso di mondo e non conosceva l’uso delle armi, era gentile e remissivo, di buone maniere, educato a Roma nel collegio dei nobili ma vissuto nel paese natio, nel palazzo di famiglia, tra la campagna e la vita serena della provincia, [&hellip

Dov’è la Vittoria

Le istituzioni si accingono a celebrare la Vittoria come una festa dell’Europa, mettendo in sordina la Vittoria dell’Italia. Invece la Prima guerra mondiale fu esattamente il contrario: gloria dell’Italia e rovina dell’Europa. Perché l’Italia trovò la sua unità ben al di là delle terre redente, un popolo sparso si scoprì nazione, contadini e borghesi, intellettuali [&hellip

Il fisico contro le patrie

Anche il fisico Carlo Rovelli ha voluto allinearsi al Tema Permanente: attaccare il patriottismo perché si tramuta in veleno nazionalista, nazista e razzista, e cantare le lodi all’umanità senza frontiere. Ha scritto ieri un lungo articolo sul Corriere della sera intitolato “L’unica nazione è l’umanità”. Ma perché dobbiamo tradurre l’amor patrio con la sua degenerazione [&hellip

Il IV novembre, funerale e battesimo

Nella memoria degli italiani il IV novembre fu allo stesso tempo un funerale, un battesimo e un matrimonio. Il funerale riguardò, come è tragicamente risaputo, le centinaia di migliaia di morti italiani, e i milioni di morti che riempirono le trincee e i fronti di mezza Europa. Non riusciamo a separare, anche per la vicinanza [&hellip

Una Carta senza amor patrio

Terza e ultima puntata del viaggio nella Costituzione Di amor patrio non si accenna minimamente nella nostra Costituzione e si può capire la ragione storica contingente: venivamo da una guerra perduta e dall’ubriacatura fascista e nazionalista, da un patriottismo esibito e guerresco, ed eravamo diventati di fatto un paese a sovranità limitata. Tutto questo impose [&hellip

L’8 settembre

Cosa resta negli italiani dell’8 settembre del ’43? Nella memoria poco o niente, nel carattere tanto o tutto. Resta lo spaesamento, anche nel senso etimologico di perdita del Paese. Resta la desolazione, anche nel senso di perdita del suolo. Resta la fine dello Stato, alibi sontuoso per il sisalvichipuò dell’egoismo e del familismo. Resta la [&hellip

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